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Commenti al testo di Fiammetta Lucattini
Purificazione

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 Ferdinando Battaglia - 08/02/2024 00:45:00 [ leggi altri commenti di Ferdinando Battaglia » ]

La vicenda umana di Maria è condivisa da ogni altra madre terrena: "perdere" sé stessa nell’atto generativo e al contempo sapere di consegnare il frutto del proprio grembo alla finitudine che contrassegna l’esistenza nel mondo terreno; ma questo evidentemente non risolve tutte le implicazioni teofaniche che porta con sé colei che diverrà la Madre di Dio. E se il pregio del testo ci riconsegna al Mistero e a quella libertà di Dio ovvero a una mater doloris rassegnata ad accogliere in sé l’atrocità di un crudo e violento distacco, in una scissione ancora più sconvolgente nella dimensione materico-spirituale, se solo entrassimo, in punta di piedi, nel concepimento verginale del Cristo, ancora di più ha il pregio di riflettere nel dolore della Madre, come in uno specchio di nuda verità, la Passione di Dio Padre: Egli ha "abdicato" alla propria Onnipotenza, rinunciando a sovvertire il Creato al fined di "schiodare" quel Figlio, certamente una rinuncia originata non da un’ottusità o cattiveria divina, ma affinché l’altro da Sé - il Figlio - divenisse un altro Sé ovvero toccasse la vetta di un destino originario che era l’elevazione fino alla compiuta similitudine tra i Due ovvero alla sostanziale uguaglianza di Forma e Distinzione. E una simile somiglianza, seppure qui nella perfetta distinzione, possiamo coglierla tra Maria e Dio: ciascuno rinuncia alle proprie possibilità affettivo-genitiriali, ciascuno immergendosi nella propria Passione, ancorché Maria nell’oscurità disvelante della grazia, il Padre negli abissi radicali e tersissimi della propria autoconoscibilità, entrambi
affinché il Figlio appunto realizzasse in sé il proprio Sé. Evidentemente, i postulati della fede non possono non esondare dai letti di una ragione speculativa meramente logico-aritmetica.

 Livia - 07/02/2024 21:26:00 [ leggi altri commenti di Livia » ]

Purificazione... ma in quale senso? spero di non urtare nessuno. La figura di Maria, altra vittima sacrificale di un Dio onnipotente, quanto mai lontano anche da lei. Lei che ha dovuto soffrire le pene dell’inferno e dell’impotenza per aver visto un figlio morire così atrocemente.Si può chiedere ad una donna, ad un umano, di accettare l’ingiustizia più grande? Io sono limitata e chiedo sinceramente perdono alla tua scrittura, ma alcune cose della religione non mi sono chiare umanamente. L’atto del credere non mi è sufficiente.